sabato 11 agosto 2012

ITINERARIO ALLA RISERVA DELLO STAGNONE DI MARSALA




Da Marsala, lungo la strada costiera, si raggiungono le antiche saline Ettore Infersa: con una barca partiamo per un interessante giro della laguna.


La laguna, la più estesa della Sicilia (2000 ha) è, fin dal 1984, una Riserva Naturale Orientata che si estende nel mare nel tratto compreso tra Punta Alga e Capo S. Teodoro. E’ caratterizzata da acque basse molto salate, cosa che ha favorito il sorgere di numerose saline sia sulla costa che sull'isola Longa, una volta la principale attività dell'isola, oggi in disuso.
La laguna comprende quattro isole: l'isola Longa, la più grande,  Santa Maria, coperta di vegetazione, San Pantaleo o Mozia, la più importante, e Schola, un isolotto caratterizzato da casolari scoperchiati che gli conferiscono un'aria di suggestiva decadenza. 

Ci dirigiamo verso l’isola con gli scavi archeologici della città di Mozia: approdo e base commerciale dei fenici a partire dal XII sec. a.C.: l’impianto è molto simile alla città di Tiro.
I Fenici scelsero la piccola isola in prossimità della costa, circondata da bassi fondali, perché in grado di garantirsi una buona difesa dagli attacchi nemici e, contemporaneamente di offrire un sicuro attracco  per le navi. La città fu distrutta da Siracusa nel 397 a. C., da allora i superstiti di Mozia fondarono la città di Lilibeo, l’odierna Marsala.

Osserviamo i resti della cinta muraria, del porto interno con il bacino di carenaggio, il Tofet, tipico santuario punico a cielo aperto dove venivano deposti i resti combusti dei sacrifici a Moloch e con le sepolture infantili.

Passiamo inoltre sulla strada sommersa, visibile a non più di 30 cm dal pelo dell’acqua.

Costeggiamo le antiche Saline Ettore Infersa, ancora in esercizio:


gli specchi d'acqua suddivisi da sottili strisce di terra formano una scacchiera irregolare e multicolore. A tratti compare nel mezzo la sagoma di un mulino a vento, memoria del tempo in cui esso era uno degli strumenti principali per pompare acqua e macinare il sale. 

Alcuni lavoratori sono addetti alla raccolta, le tinte rosate dell'acqua nelle varie vasche evidenziano il sale in via di maturazione e le vasche più interne, ormai prosciugate. brillano al sole.

Uno tra i mulini a vento, ormai inutilizzati, è stato trasformato in museo del sale



A fine escursione è bello rilassarsi ai tavoli della trattoria Mamma Caura  con  un menu di specialità locali

L'organizzazione di questo viaggio è stata curata da Silvia di  Monrepos Viaggi e Turismo
La società Krivamar effettua la navigazione nella riserva dello Stagnone