lunedì 17 agosto 2009

10 BUONI MOTIVI PER AMARE BUCAREST

Gli aspetti che amo di Bucarest


  1. VECCHIO E NUOVO

  2. GIARDINI

  3. RISTORANTE HUNGARIAN

  4. BACANIE

  5. STRADA LIPSCANI DELLE SPOSE

  6. BIRRA URSUS

  7. GREEN JAZZ CLUB

  8. LUOGHI EBRAICI

  9. VECCHIE CASE CON VERANDA

  10. VECCHI QUARTIERI


1. Vecchio e nuovo

Trovo piacevole ed interessante scoprire, percorrendo a piedi le strade minori, al di la' dei grandi Boulevard alberati che caratterizzano l'impianto urbano di Bucarest, il casuale dialogo tra i vecchi edifici o le chiese ortodosse che si rispecchiano nelle vetrate dei moderni edifici commerciali e di uffici.

2. giardini.
A Bucarest ci sono molte oasi di verde, ben curato come ai giardini Cismigiu, il parco piu' antico, all'Orto Botanico, o semplicemente ai giardinetti davanti al Teatro Nazionale dove si fa volentieri una sosta piacevolissima sulle panchine. Ma assai affascinanti sono anche certi impenetrabili giardini privati, con le ville sommerse da una vegetazione volutamente lasciata selvaggia e lussureggiante..






















3. Il ristorante Hungarian St. George in Strada Franceza,
dove per meno di 4 euro servono un delizioso gulash, cucinato secondo la ricetta originale ungherese, riprodotta anche sulla tovaglietta. Cosi' ci si puo' illudere di poter preparare il gulash anche nella cucina di casa..







Ma ancora piu' allettante e' il servizio assai curato, con meravigliose ceramiche ungheresi e la gentilezza e la sollecitudine dei camerieri, cosi' rara in Romania, che ti fanno sentire una Principessa!


















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4. I negozietti di Bacanie.






Gli antenati dei moderni supermercati sopravvivono in ogni quartiere di Bucarest, grazie ai prezzi accessibili, alle confezioni piccole e spesso sfuse,ad un orario flessibile no stop. Un 'isola di sobrieta' anticonsumista.



5. I negozi per le spose a Lipscani. L'antica strada medioevale dei ricchi commercianti di Lipsia e' ora un variegato emporio specializzato in abbigliamento ed accessori per le cerimonie nuziali.

























6. La birra Ursus. La migliore birra chiara di Cluj Napoca. King of beer, dal 1878.



















7. Green Hours 22 Jazz Club. Una piacevole sosta durante il giorno, per sorseggiare una birra nel bar all'aperto, rilassarsi con una musica jazz, dar un'occhiata alle libreria Humanitas, leggere le proposte musicali e teatrali del club .
































8 LUOGHI EBRAICI. Pochissimi edifici nell'angolo nord orientale di Piazza Unirii testimoniano la presenza ebraica a Bucarest, fin dal II secolo d.C. Nella Sinagoga Mare, cioe' principale, il Museo di storia degli Ebrei di Romania dr. Moses Rosen. Nel vicino Tempio Corale, il cui interno e' di una bellezza stupefacente, si erge il commovente monumento alla memoria delle migliaia di romeni vittime dell'Olocausto. A pochi metri il Teatrul Evreiesc de stat, unico teatro yiddish in Europa. Ancora un luogo assai interessante e' il Cimitero ebraico di rito Sefardita, in Serban Voda. Tra una vegetazione lasciata volutamente naturale, la tomba qui fotografata appartiene ai Levi, antichissima famiglia biblica, con il simbolo delle mani con i pollici e gli indici uniti.











































9 Le villette con le verande in vetro colorato.












Questa sorge appartata nei pressi di Strada Calderon e mantiene un aspetto decoroso poiche' confina con la sorvegliatissima ambasciata israeliana.


10 I vecchi quartieri. Nel dedalo di strade intorno a piazza Unirii o piazza Universitatii si scoprono magnifici edifici d'epoca, con decorazioni in pietra spesso assai ricercate. Molti sono cadenti, oppure occupati da famiglie zigane, alcuni tuttavia sono abitati e ben restaurati, oppure ospitano fondazioni o gli onnipresenti cabinet stomatologic
















































mercoledì 12 agosto 2009

TRANSILVANIA. UN LUOGO E UN MITO

Il mito di Dracula si basa su u malinteso. Il conte Dracula letterario di Stoker e' un aristocratico ungherese della Transilvania. Il personaggio storico era un principe della Muntenia, Vlad Tepes Dracula. Ma Dracula significa figlio di Dracul o il drago dal cavalleresco ordine del Dragone. Un altro significato di Draco era pero' diavolo, e fu questa accezione che rese popolare il romanzo di Stokker.

Vlad era un energico sovrano che infliggeva brutali punizioni ai nemici. si conquisto' il soprannome di Tepes, l'impalatore, per via della sua forma preferita di tortura.

In un modo o nell'altro il sangue scorreva...



Il castello, costruito nel 1382 dai Sassoni per difendere il passo di Bran dai Turchi, non fu la residenza di Vlad Tepes, il personaggio a cui si ispiro' Bram Stoker per tratteggiare il personaggio del suo vampiro, il conte Dracula. Forse Vlad vi trovo' rifugio per qualche notte quando fuggi' dai Turchi nel 1462. Ora il castello e' stato messo in vendita per 53 milioni di euro dalla ex famiglia reale romena. Anche i nobili hanno bisogno di fare cassa.





Una sala del castello e' dedicata ai manifesti delle versioni cinematografiche del romanzo gotico Dracula di Bram Stoker del 1897. Dal Nosferatu di Mornau, film muto del 1922 fino ai canini di vampiro di Tom Cruise. Con la diffusione di queste pellicole la Romania e' stata identificata

come la patria dei vampiro, associando la figura letteraria a quella storica di Vlad Tepes.






Gli ambienti interni del castello, di proprieta' della famiglia reale romena, conservano l'impronta della ristrutturazione degli anni '20 del secolo scorso, da parte della regina Maria, da chalet tirolese.










Il villaggio di Bran gioca il suo ruolo turistico fino in fondo, sfruttando il mito di Dracula.













Sotto il castello di Bran le bancarelle offrono i buoni vini romeni in veste vampiresca.







Le strade della Transilvania ti permettono assaggi di prodotti locali in gran varieta'. I contadini sono felici di condurvi nelle loro fresche cantine dove si degustano Slanina, lardo affumicato ottimo a cubetti con la cipolla su una fetta di pane fresco, Coaja, formaggio avvolto in una corteccia d'albero, ottime marmellate di frutta locale oppure di rose, sciroppi di frutti di bosco, spesso curativi come il brad, ricavato dagli abeti, per pulire le vie respiratorie. Gli assaggi degli sciroppi si fanno direttamente a canna dalle bottiglie...

















Uno snack da viaggio tipicamente romeno sono i Covrigi, anelli di pane secco cosparsi di sale grosso. Li vendono infilati a collana ad ogni bancarella.









I produttori mettono in vendita su improvvisate bancarelle formaggi, salsicce di maiale e di capriolo, a volte d'orso, sciroppi di frutta, con prezzi variabili e comunque aperti alla trattativa...













Vicino alle bancarelle i contadini vendono i cuccioli Ciobanesc, cioe' la razza selezionata di cani pastoredei Carpazi.





















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sabato 23 maggio 2009

IL TRENO PER AUSCHWITZ

Il 24 gennaio 2009 sono partiti dalla stazione Centrale di Milano due treni speciali, organizzati dalle organizzazioni sindacali CGIL e CISL Lombardia: studenti ed insegnanti delle Superiori insieme a lavoratori in pensione per riflettere su Auschwitz, tappa imprescindibile nella costruzione dell'identità culturale dell'Europa e di ogni singolo individuo.





Visitiamo in mattinata il “Campo Madre” : creato nel 1940 nel perimetro di una caserma per ospitare prigionieri politici polacchi, poi Ebrei Polacchi, infine ampliato in un campo a grande scala.Ripercorrere i passi dei prigionieri, in un silenzio pesante… nessuno riesce a far uscire la voce, solo i clic delle fotocamere

























E poi entriamo nei sotterranei del blocco della morte: le celle di 90 per 90 dove venivano stipati 4 prigionieri, la cella dell’inedia dove perì Padre Kolbe; risaliamo alla luce: ecco il muro della morte, luogo d’esecuzione, tramite fucilazione o forca, dei prigionieri politici Polacchi. Le finestre che guardano verso il muro sono oscurate da liste di legno: per impedire di osservare le esecuzioni… o per celare i criminosi esperimenti medici sulle donne che il prof. Clauberg eseguiva principalmente sulle Ebree?




















Ci dirigiamo verso il crematorio N°1: percorriamo la prima camera a gas costruita a cavallo tra ’41 e ’42, osserviamo il micidiale Zyklon B, sotto forma di inoffensivi ciottoli bianchi… e poi ecco il crematorio, ricostruito. Mi appare quasi minuscolo, quasi una stube domestica…all’uscita la guida ci fa notare come il tozzo camino quadrato è situato a breve distanza della graziosa villetta del direttore del Campo Madre e nel giardino, ben recintato da siepi, giocavano i suoi bambini... assuefatti al fumo fortemente dolciastro che esalava di continuo dal camino…
Lasciamo Auschwitz 1 senza parole, ma ci dovremo presto adattare ad una visita ancora più dura: il campo di sterminio II, il più vasto, dove perirono un milione di Ebrei




Non potrò più osservare le betulle senza ripensare a Birkenau, il cui nome poetico è appunto “ bosco di betulle” .
Il campo è smisurato, dall’entrata, attraverso la torretta sovrastante il binario che evoca subito il transito di migliaia di convogli, Foto 13 si percorrono chilometri e le betulle celano nuove costruzioni, laghi, dove venivano gettate le ceneri, fattorie, trasformate in crematori…




























La nostra guida polacca all’interno delle baracche di legno ricostruite, dopo la distruzione dei nazisti per cancellarne le tracce, ci descrive crudamente le condizioni di vita degli internati: evoca davanti alle latrine il tremendo fetore che ristagnava sempre nel campo, descritto dai sopravvissuti, dato dalle tremende scariche intestinali, dal nauseante fumo che usciva incessantemente dai camini dei numerosi crematori.











All’edificio della “sauna” si ricostruiscono i passaggi che gli internati al campo dovevano subire, già descritti da Primo Levi: taglio dei capelli, tatuaggio del numero, consegna delle casacche da campo.. Qui si sterilizzavano anche i vestiti requisiti alle persone uccise, destinati alla spedizione e alla vendita in Germania




















Ma la stanza più commovente è quella che raccoglie le foto che coloro che son passati per il camino avevano portato nelle loro valigie, insieme a stoviglie e oggetti per la pulizia personale…molti erano convinti di iniziare a lavorare per i nazisti..































Scende già la sera quando lasciamo il campo di Birkenau: ripercorrendo il cammino verso l’uscita, sulla banchina dove smistavano i convogli, penso che non potrò mai cancellare dalla memoria le immagini di questa giornata... una citazione all’interno del campo recita: “la nostra lingua manca di parole per esprimere questa offesa, la demolizione di un uomo “