Lubecca è
attraversata dal fiume Trave, ma il vento
del Mar Baltico giunge in città
“ fischiando attorno alle orecchie e
provocando una dolce vertigine, un leggero stordimento ”.
Ho amato e riletto
più volte questo romanzo, grandioso affresco della lenta decadenza di una
dinastia di commercianti di cereali, speculare a quella della borghesia europea.
Nei percorsi entro il centro storico di Lubecca,con
le sue “ guglie aguzze” e “ le straducole tortuose e come stregate che
prendevano nome dalle antiche corporazioni artigiane”come la descrisse Thomas
Mann, rivivi i luoghi ed i personaggi del romanzo.
Lubecca, nonostante sia stata in gran parte
ricostruita dopo i danni della seconda guerra mondiale, mantiene le tracce di
quella laboriosità mercantile da capitale della lega Anseatica.
La porta
della città, l’imponente Holstentor, sembra aprirsi verso una
fortezza antica, medievale, con le sue guglie gotiche, invece da qui si
dispiegano i magazzini e le decorose abitazioni dei mercanti anseatici.
Ecco i
Salzspeicher, gli antichi magazzini del sale, eretti dai mercanti fra
il ‘500 e il ‘700: anche i nonni di Thomas Mann ne condividevano una proprietà.
E di fronte
alla chiesa di S. Pietro, Petrikirche, dall’altissima torre,
tre case gotiche originali, dalle facciate a gradoni,miracolosamente
risparmiate dalla guerra.
Nella via
parallela il Museum fur Puppentheater, con le marionette che hanno
appassionato da bambino Thomas ed il personaggio di Hanno.
Ed eccoci
alla vivacissima piazza del Municipio,
la parte più antica del Rathaus
in mattoni neri smaltati, si
apre anche sulla Breite Strasse,
l’asse portante della città, dove si trova l’ Haus
der Schiffergesellaschaft, il circolo dei naviganti, ora ristorante con
specialità di pesce.
All’interno lunghi tavoli in legno, modelli di
velieri, come quando fu inaugurata la sala da pranzo della Corporazione dei
Marinai.
Coincide con la descrizione nel romanzo, tranne forse per i ricordi di Bismarck,
assiduo frequentatore del locale.
Ma è tempo
di tornare alla Mengstrasse, dove al numero 4 c’è la Casa dei Buddenbrook,
costruita nel 1682 e acquistata dal bisnonno Johann Segmund Mann nel 1794.
Le ultime generazioni si trasferiranno in abitazioni più
grandi, ma questa ne rappresenta il cuore della famiglia, forgiata attraverso casa, affari, denaro, matrimonio,
Dio.
Ora è
trasformata in un museo: vi sono documenti, foto, ma soprattutto la
ricostruzione degli ambienti descritti nei primi capitoli del romanzo: bianchi drappi
coprono i mobili, in modo da indurre il visitatore a pensare che i proprietari
siano ancora in vacanza a Travemunde,
la località sul Mar Baltico dove lo stesso Thomas trascorreva le vacanze da
bambino.
Nella “ Stanza
dei Paesaggi” tutto corrisponde alle descrizioni del romanzo: il
piccolo scrittoio con le carte della famiglia, il divano con la cornice dorata,
il tavolino con sopra il catechismo, i quadri con i paesaggi idilliaci, le
tende di seta gialla che incorniciano le finestre.
Anche la
Sala da pranzo o “ Sala degli Dei “ corrisponde alla descrizione nel romanzo: le
pareti azzurre scandite dalle lievi colonne bianche e dagli dei classici, la
tavola dei lunghi conviti, la stufa candida e le pesanti tende scarlatte,
l’Harmonium di Hanno e il teatrino delle marionette, amato anche dal piccolo
Thomas.
Quasi di
fronte alla casa Buddenbrook si alza la Marienkirche, la grande chiesa
gotica dove il piccolo Thomas fu battezzato. Entro le sue altissime e
suggestive navate il ricordo delle ferite delle guerre mondiali, con le campane
infrante sul pavimento, lasciate a monito per la pace.
Un ambiente sereno l’interno della luterana
chiesa di S. Maria, dove un gentile
signore mostra orgoglioso un modello della pressa di Gutenberg, con la quale
furono stampate le prime copie della Bibbia.
Infine uno
sguardo alle rive del Trave, una sorta di spazio comune dove gli abitanti si
rilassano prendendo il sole, cucinano con il barbecue fra panni stesi ad
asciugare.
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